UE-28: Raggiunto accordo su Energia e Clima, ma non basta!
Nella notte di Sabato 25 u.s., i 28 capi di Stato e di governo sono finalmente riusciti ad accordarsi sui nuovi traguardi fino al 2030, definendo il raggiungimento del 40% per le riduzioni dei gas serra ed consumi minimi fissati al 27% di energia da fonti rinnovabili a livello europeo ottenuta in buona parte incrementando l’efficienza energetica complessiva.
Molti paesi europei sono già in corsa a livello nazionale in materia di efficienza energetica e in Italia, con il Decreto Legge del giugno scorso [Read Blog del 11 Ottobre], sono stati stanziati somme importanti per poter raggiungere gli obiettivi europei fissati già al 2020, ma vediamo i punti principali di questo accordo:
a) Il Consiglio Europeo ha approvato un obiettivo vincolante di riduzione dei gas serra di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990. Il target fissato dovrà essere raggiunto collettivamente da tutta l’Europa e prevede una riduzione dei costi sia per i settori coperti dal sistema di scambio delle quote di emissioni ETS (vedi link per approfondimento) sia per quelli non coperti da esso …
b) Viene potenziata l’attenzione alle fonti rinnovabili e entro il 2030 viene fissato l’obiettivo di energia verde da fonti rinnovabili al minimo 27% dell’energia consumata , lasciando ad ogni singolo paese la facoltà di fissare obiettivi più ambiziosi e di fare meglio; comunque, se si rispetterà la media europea fissata, questi ultimi possono anche arrivare a quote minori per non raggiungimento degli obiettivi iniziali …
c) Terzo ed ultimo punto riguarda l’efficienza energetica: su questo ambito, dove ambientalisti ed imprese desideravano un maggior coraggio da parte dell’europa, si è soltanto posto un obiettivo “indicativo” per il miglioramento dell’efficienza energetica del 27% al 2030. Ci si è comunque dato appuntamento al 2020 per riesaminare questo Target dove sarà rivalutato ed in base ai risultati ottenuti dalle singole nazioni, saranno verificati eventuali miglioramenti o fissati nuovi obiettivi …
Cosa importante rimasta invariata è che, nel perseguire questi 3 obiettivi, gli stati membri continuano ad essere liberi di decidere il proprio mix energetico.
Accanto agli obiettivi su emissioni, efficienza energetica e fonti rinnovabili, il Consiglio europeo ha rilevato la fondamentale importanza di un mercato interno dell’energia pienamente funzionante e connesso. Per questo motivo è stato fissato un target di sistema minimo del 10% per le interconnessioni elettriche esistenti, da realizzare non più tardi del 2020, per gli Stati baltici, Portogallo e Spagna, che non hanno ancora conseguito un livello minimo di integrazione nel mercato energetico interno mentre saranno prossimamente analizzate con attenzione paesi membri posti ai margini dell’Europa dove le interconnessioni elettriche cono ancora molto precarie come Malta, Cipro e Grecia.
Infine, viene confermata l’importanza della sicurezza energetica dell’europa per quanto riguarda gas naturale ed energia elettrica. A tal riguardo il Consiglio Europeo ha deciso di attuare il corridoio Nord Sud, il corridoio meridionale di trasporto del gas naturale e la realizzazione di un HUB gasiero nell’Europa meridionale.
A queste decisioni sia le imprese, sia le organizzazioni ambientalistiche ed il partito dei Verdi Europei criticano gli accordi:
– Business Europe (Confindustria Europea), critica il poco coraggio a ripensare la propria politica verso una maggiore efficienza economica della stessa europa …
– I Verdi Europei considerano l’accordo una battuta di arresto ad una Europa più efficiente e rinnovabile …
– Greenpeace, WWF e Friends of the Earth non criticano in toto gli obiettivi decisi, ma sostengono fermamente che sono molto modesti e che poteva essere fatto di più …
Fissare traguardi di riduzione delle emissioni di gas serra, riduzione dei consumi mediante una maggiore attenzione all’efficienza energetica attiva e passiva, aumento della produzione di energia attraverso fonti rinnovabili sempre più efficienti ed a minor costo, sono obiettivi molto importanti e di non facile realizzazione senza incidere fortemente nelle rispettive economie dei paesi membri (Es.: Polonia contraria per il forte peso alle sue grandi industrie inquinanti) e per questo motivo, l’accordo a prescindere dai valori e percentuali fissati, è un accordo di tutto rispetto e con prospettiva graduale al Total Green.
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