I villaggi Bioenergetici: in Germania una vera Realtà!

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I villaggi Bioenergetici: in Germania una vera Realtà!

TOTAL GREEN - Villaggio Bioenergetico


Esistono già e sono presenti in Germania: si tratta di comunità energetiche indipendenti che si organizzano autonomamente per ottenere energia elettrica e energia termica da fonti rinnovabili disponibili localmente. Una scelta per l’autonomia energetica che garantisce rispetto per l’ambiente e stabilità dei costi nel medio periodo. Le esperienze dal 2006 si sono replicate in più di 130 piccole cittadine tedesche ed il numero è destinato ad incrementare visto i grandi risultati raggiunti.

Si potrebbe parlare di autarchia o, forse più semplicemente, di indipendenza energetica. Fatto sta che sempre più comunità di piccola taglia in Germania hanno intrapreso la strada della generazione locale di energia elettrica ed energia termica per soddisfare i loro fabbisogni. Spesso si utilizza, per questi esempi, la definizione inglese di “bioenergy village.”

Le caratteristiche comuni di queste esperienze sono ormai chiare e ben classificabili: una spinta degli abitanti verso un desiderio e una necessità di indipendenza dal punto di vista energetico, la concentrazione sull’utilizzo di risorse locali (biomassa, solare, ecc.), la volontà di trovare una soluzione che possa assicurare la stabilità del costo energetico nel medio e lungo periodo e la conseguente sicurezza di non incorrere in “brutte sorprese” come aumenti improvvisi delle tassazioni o dei prezzi dei combustibili.

Il primo esempio di “bioenergy village” o “Villaggio Bioenergetico” è stato realizzato nel paese di Jühnde nel 2006. Le esperienze sul campo derivanti da questo primo progetto sono state così positive e incoraggianti che più di 130 altre piccole cittadine hanno seguito questa strada. Come già anticipato, la peculiarità fondamentale di tali soluzioni è l’autosufficienza energetica: solitamente il 100% dell’energia elettrica e almeno il 50% del fabbisogno energia termica sono soddisfatti mediante il ricorso a fonti energetiche rinnovabili reperibili localmente onde accorciare la filiera ed eventuali maggiorazioni dei costi.

In quasi tutti i casi, il soggetto iniziatore e sviluppatore del progetto non è un’azienda (ad esempio un fornitore di tecnologia), ma un gruppo di cittadini impegnati sui temi della sostenibilità ambientale. La disponibilità di artigiani e installatori locali, nonché di consulenti specializzati all’interno della comunità è chiaramente un altro elemento cruciale per la buona riuscita dell’iniziativa.

La forma giuridica prediletta per l’attuazione di questi progetti è la società cooperativa. Questa forma giuridica di aggregazione offre ai cittadini aderenti un elevato grado di determinazione e di influenza assicurando, al contempo, un contenuto rischio di insolvenza. La scelta cooperativa, inoltre, dimostra come il fine del progetto, dal punto di vista finanziario, non sia certamente la massimizzazione del profitto quanto piuttosto l’ottenimento di un prezzo sicuroestabileper la fornitura energetica negli anni a venire. La partecipazione diretta degli interessati tra l’altro, contribuisce a contenere i costi, grazie al lavoro volontario di alcuni cittadini, e assicura una migliore accettabilità del progetto proposto.

Al di là delle inevitabili differenze dovute alle diverse condizioni locali, gli esempi di ‘villaggi bioenergetici’ presentano sempre una caratteristica comune: la presenza di una piccola rete di teleriscaldamento per la fornitura collettiva di calore. Una soluzione molto frequente per la produzione di energia termica da immettere in rete è quella di un impianto a biogas alimentato dalla fermentazione del substrato agricolo. In questo caso, il sistema è di tipo cogenerativo e l’energia elettrica può essere riversata in rete al prezzo previsto dalla legge tedesca sul feed-in, denominata EEG. Una valida alternativa spesso usata è quella di una caldaia a cippato che opera assieme a un impianto solare termico. L’insieme delle due fonti costituisce la centrale di produzione che alimenta la rete di teleriscaldamento.

Dal punto di vista organizzativo si possono individuare, a grandi linee, quattro soggetti il cui coinvolgimento è necessario per assicurare un buon risultato dell’iniziativa: il fornitore della materia prima (per esempio del combustibile legnoso), il gestore degli impianti (biogas, solare, ecc.), il soggetto responsabile del funzionamento della rete di energia termica e di quella di energia elettrica e, ultimi ma non meno importanti, gli utilizzatori dell’energia.

Büsingen (D) - Esempio di teleriscaldamento

Büsingen (D) – Esempio di teleriscaldamento

Per esempio nella sola cittadina di Büsingen (Germania), sono state utilizzate due caldaie a biomassa, con potenze di 900 e 450 kW ed insieme costituiscono l’ossatura della centrale di energia termica. Accanto a esse, un campo solare termico con superficie attiva maggiore di 1.000 m2 è stato realizzato grazie all’adozione di collettori a tubi sottovuoto. L’impianto solare presenta un output annuale compreso tra 500 e 600 MWh, permettendo di risparmiare circa 800 m3 di cippato ogni anno.

Il costo complessivo del progetto è stato di circa 3,5 milioni di euro e, grazie alle soluzioni tecniche innovative legate alla combinazione di queste due tecnologie, il progetto ha potuto beneficiare di un contributo, da parte del Ministero dell’Ambiente della Regione del Baden-Württemberg, pari a 100.000 euro.

La rete di teleriscaldamento alimentata da solare e biomassa presenta un’estensione di circa 6 km e alimenta 100 edifici, tra i quali figurano le strutture comunali e persino un ristorante tipico. Un impianto fotovoltaico da 20 kWp, infine, capace di generare circa 20.000 kWh/anno, completa il quadro di questo paese impegnato in un processo di autonomia energetica spinta.

Per informazioni sugli esempi dei “bioenergy villages”, si rimanda al sito del progetto europeo SDHplus.

Informazioni in tedesco su Büsingen sono disponibili anche sui seguenti siti:

www.wege-zum-bioenergiedorf.dewww.bioenergiedorf-buesingen.de


 

 

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